mercoledì 13 aprile 2016

Genova, CasaPound contro il mercatino abusivo di Corso Quadrio: “Zona immune alla legalità”


Genova, 13 aprile – “Zona immune alla legalità”. E’ questo il testo della scritta bianca su sfondo nero, a mo' di segnaletica, spuntata nella zona del mercatino abusivo di Corso Quadrio, ‘legalizzato’ dalla giunta Doria. A firmare l’azione è CasaPound Italia, che in una nota spiega: "Il comune di Genova ha confermato il ‘progetto sperimentale Chance’, pomposa denominazione che maschera in realtà la ‘legalizzazione’ dello squallido mercato di merce contraffatta e di dubbia provenienza trasferito da Piazza Caricamento a Corso Quadrio. Tale decisione, oltre che dare una sorta di copertura istituzionale a una situazione di abusivismo e di degrado, che già si è espansa, peraltro, in altri vicoli, va contro la volontà dei residenti, che pretendono giustamente la restituzione dello spazio in questione, in origine un'area parcheggi”.
“Insomma – aggiunge CasaPound - la popolazione genovese si è trovata per l'ennesima volta prima abbandonata e poi tradita dalle istituzioni, che, dopo avere per anni tollerato lo spettacolo indecoroso di decine di “stalli” illegali tra Caricamento e i portici di San Giorgio incuranti delle migliaia di turisti attratti ogni giorno all'Acquario, si sono spinti a trasformare i vicoli della città vecchia in una vera e propria “zona immune dalla legalità”, come recita lo striscione che abbiamo apposto proprio in Corso Quadrio”.
CasaPound Genova con questa iniziativa chiede al Comune “di ascoltare i comitati dei residenti che premono per un ritorno alla legalità in questa zona e di prendere rapidamente provvedimenti in merito alle altre numerose situazioni di criminalità e degrado che soffocano il centro storico: dallo spaccio di droga in mano al racket dei senegalesi ai parcheggiatori abusivi, fino agli scippi e alle aggressioni ormai endemici nei ‘Caruggi’ a qualunque ora del giorno. È l'ora per i genovesi di dire basta a questi soprusi, ed è ormai tempo che la giunta Doria decida finalmente da che parte stare, se da quella dei cittadini o da quella di chi si muove nell'illegalità”.





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